
Cenni ampelografici e storia
Vitigno a bacca rossa dalla foglia media, pentagonale, pentalobata, dal grappolo di media grandezza, cilindrico, con ali evidenti, compatto, dall’acino medio-grande con buccia spessa che lo rende tollerante alla muffa grigia, molto pruinosa, di colore blu-nero, dal sapore aromatico e dalla maturazione medio-tardiva.
Dimostra una certa resistenza alle avversità climatiche ed alle principali malattie della vite, assicurando, in genere, una produzione abbondante e costante. Il vitigno Malvasia a frutto nero aromatico coltivato nei dintorni di Casorzo, non dev’essere confuso con i numerosi altri vitigni, sia bianchi che rossi, presenti in Piemonte e in altre regioni italiane che derivano il nome dal porto greco di Monemvasia, sede di una fortezza veneziana e crocevia di scambio tra Oriente ed Occidente.
La Malvasia di Casorzo, sebbene rappresenti una minoranza vitata nel panorama vitivinicolo italiano e piemontese, è caratterizzata da una spiccata personalità e indipendenza. La sua zona di produzione, infatti, ha confini rigidamente limitati, producendosi la DOC Malvasia di Casorzo esclusivamente in un’area ristretta a cavallo tra le province di Asti e Alessandria, nei comuni di Casorzo, Grana, Grazzano Badoglio (AT), Vignale Monferrato, Altavilla, Ottiglio, Olivola (AL).
Le uve aromatiche di Malvasia di Casorzo sono la base per la produzioni di vini dolci, profumati, anche frizzanti o spumanti, e più raramente, previo appassimento in fruttaio, di passiti.