
Cenni ampelografici e storia
Vitigno a bacca bianca, foglia pentagonale, pentalobata dal grappolo medio, talvolta medio-piccolo, di forma cilindrica o piramidale, alato, compatto; acino medio-piccolo, ellissoidale con buccia abbastanza consistente, pruinosa e di colore giallo verdastro o, nella parte esposta al sole, giallo dorata.
Ha vigoria elevata con epoca di maturazione abbastanza precoce, preferisce i terreni collinari, leggermente sabbiosi e ben esposti.
Se ne ottiene un bianco di buona personalità e finezza, dal profumo peculiare caratterizzato da sensazioni floreali e fruttate, ricco di corpo, con acidità moderata. È un vitigno che rientra nel gruppo delle Bianchette liguri e piemontesi, conosciute da molto tempo ed identificate con questo termine generico legato, ovviamente, al colore della bacca. La prima citazione storica del vitigno è della fine del ‘400, in cui si fa riferimento ad una vinea moscatelli et renexiy coltivata nella zona di Canale.
È presente quasi esclusivamente in Piemonte, ma la maggior concentrazione è sulla sponda sinistra del Tanaro, nella zona del Roero.
Oggi le selezioni clonali sono all’origine del rilancio e della nuova fortuna dell’Arneis che fino a qualche decennio fa presentava viti piuttosto difformi e che potrebbero essere cagione del suo nome: “birichino” o “scapestrato” nel dialetto locale.