Grignò

Grignolino del Monferrato Casalese DOC

Grignolino del Monferrato Casalese DOC Grignò

Luciano Bobba • 2006

Anarchico il Grignolino, difficile da educare in vigna e al palato,
ma per chi lo conosce bene e per chi vorrà apprezzarlo, è Grignò ... semplicemente.

TIPOLOGIA: vino rosso secco.

VARIETÀ: Grignolino.

ZONA DI PRODUZIONE: nei nostri vigneti in Monferrato

NOTE SENSORIALI: rosso rubino tenue con tendenza all’aranciato se invecchiato.
Profumo originale, intenso e delicato di erbe aromatiche e pepe bianco con sottofondo di lampone e sensazioni agrumate.
Sapore asciutto, lievemente tannico e ammandorlato.
Vino adatto ad un invecchiamento di 3-4 anni.

ABBINAMENTI: sposalizio perfetto con pesce grigliato o leggermente grasso, ottimo per antipasti, salumi, primi, carni bianche, formaggi non stagionati.

FORMATO: 0,75L

Il grignolino: storia e curiosità

Vitigno certamente controverso, amato e criticato, vive un rapporto fortemente indennitario con il suo territorio di produzione, di cui rappresenta il simbolo, tanto che la DOC alessandrina del Grignolino, istituita nel 1974, fa riferimento esplicito al Monferrato Casalese, mentre la DOC astigiana, del 1973, ad Asti.

Vino grintoso, ricco di personalità sia per l’intensità del suo bouquet sia per i tannini, o grìgnole, presenti negli abbondanti vinaccioli, da 4 a 5 in ogni bacca, e nel suo nome. Storicamente lo si può trovare anche con gli appellativi di Barbesino, Verbesino, Balestra o Balestrà, Arlandino, Girondino, Rossetto.

Il primo documento scritto relativo al Grignolino, citato come Berbexinius, è un atto d’affitto del 1246 trascritto dai monaci del Capitolo di Sant’Evasio di Casale Monferrato che incoraggiavano la coltivazione “de bonis vitibus berbexinis” simbolo di bontà e delicatezza.

Nel 1337 nell’inventario dei vini dell’Abbazia di San Giusto di Susa si citava la presenza di vino “Grignolerii” mentre la prima citazione in un libro ampelografico è del 1798, nell’ ”Istruzione” del Conte Nuvolone che lo chiamò “Nebieul rosé”.

Nel corso dei secoli la diffusione in Piemonte del Grignolino andò aumentando per l’alta considerazione che di esso ne avevano nobili e borghesi, Umberto I di Savoia fra tutti. Gallesio, infatti, riscontrò che era un vino scelto, di prezzo elevato: “il vino da tavola di tutte le persone agiate”, tanto che, all’inizio del 900 la sua quotazione era simile a quella di Barolo e Barbaresco.

Ogni Grignolino, pertanto, ha un suo profilo caratteristico legato al vigneto d’origine e all’annata: frutti di bosco, erbe aromatiche, spezie e frutta secca.

Oggi la nuova passione per la qualità, per la raffinatezza, per la specificità, per la differenziazione, lo fanno nuovamente oggetto di ricerca da parte dei cultori dell’enogastronomia.

Oggi si cerca di restituire al Grignolino la fama che aveva nei suoi anni d’oro, quando era definito “spiritoso e leggero, il vino più gentile di tutti”.